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Scopri Piana degli Albanesi: la Riserva Naturale Orientata "Serre della Pizzuta"


Scoprite con noi la Riserva Naturale Orientata "Serre della Pizzuta", un vero gioiello naturalistico che si trova a Piana degli Albanesi. Oltre ad offrire un panorama mozzafiato sulla vallata che ospita il logo, questa riserva ospita molte specie endemiche ed importanti ambienti ipogei, che danno a questa riserva una caratteristica unica.

Vi aspettiamo, buona lettura.


Salvatore Vasotti




La Riserva Naturale Orientata Serre della Pizzuta riveste tale status dal 1998 ed insiste su una superficie di 414 ettari nel territorio di Piana degli Albanesi. È composta da un complesso montuoso in cui si incastonano boschi di querce, grotte e piante autoctone, tutto affidato alla gestione della Azienda Regionale Foreste Demaniali.

Il complesso dei monti della Riserva si estende da Nord a Sud dalla Portella del Pozzillo fino al Monte Maja e Pelavet. La cima più elevata è quella della Pizzuta, che guadagna con i suoi 1.333 m. slm il diritto di dare il nome all’intero complesso. Geologicamente, si tratta di alture di derivazione carbonatica risalenti al periodo Mesozoico. La superficie di natura calcarea reca i segni delle reazioni provocate dall’attraversamento continuo di acqua e dall’azione degli agenti atmosferici.

Sentieri la Riserva è facilmente visitabile grazie ai sei sentieri che la attraversano. Il primo è il “Sentiero del Ladrone”, che fa parte del sistema Sentiero Italia del C.A.I., prende l’avvio sopra l’abitato di Piana degli Albanesi, accanto alla piccola chiesa di Santa Maria Odigitria. Incontra la Grotta del Garrone, che ospita notevoli formazioni calcaree e un raro pipistrello chiamato ferro di cavallo maggiore, e conduce fino a Portella del Garrone, da cui si possono ammirare le Serre Frassino e il Vallone delle Neviere. Lungo questo cammino è possibile osservare due felci rarissime: la lingua cervina (Phyllitis scolopendrium) e la scolopendria emionitide (Phyllitis sagittata).




Dalla località Xaravulli, poco fuori il centro abitato in direzione Nord, si diparte il “Sentiero di Norina”, che si arrampica sul fianco di Levante della montagna; grazie ad un’opportuna segnalazione è possibile deviare fino alla Portella del Ladrone; proseguendo con suggerimenti delle tabelle segnaletiche si può giungere alla Grotta dello Zubbione, alla cui visita è di invito un lastricato in pietra a secco.

Riservato in via esclusiva a camminatori molto preparati e avvezzi alle difficoltà è il “Sentiero della Pizzuta”che prende avvio da Portella delle Ginistre che si può raggiungere in automobile, percorrendo la strada provinciale 34. Qui è possibile parcheggiare i veicoli.

Sul lato Ovest della Riserva corre il “Sentiero delle Neviere”, che parte presso l’abbeveratoio di Targia, raggiungibile dalla strada a scorrimento veloce Palermo-Sciacca, all’uscita per Giacalone; da qui è possibile raggiungere il santuario di Poggio San Francesco, incontrando le “neviere”, depressioni naturali in cui veniva conservata la neve.

Dalla Palermo-Sciacca, uscita per Piana degli Albanesi, si giunge alla periferia di Altofonte, un paio di chilometri prima del paese di Piana. Imboccando il sentiero segnalato, il “Sentiero Argoma Zevet”, si arriva al Centro Visite della Riserva, ricavato da un’antica masseria; da qui inizia il “Sentiero del Pozzillo”, che arriva fino a Portella Pozzillo e al suo antico abbeveratoio.

La flora

Sulla Pizzuta si trovano boschi rigogliosi di piante autoctone e di rimboschimento, che negli anni sono riuscite a vivere in rapporto equilibrato. La zona di Xaravulli è stata interessata da un piano di rimboschimento riguardante soprattutto conifere come il pino d’Aleppo, il pino domestico e il cedro (Citrus medica). La composizione del sottbosco è quella ricorrente nel tipico sottobosco isolano e vede la presenza del biancospino, della ginestra spinosa, dell’erica, insieme al prugnolo e all’asparago rupestre (Asparagus horridus), tutte specie vegetali che contribuiscono a rendere l’ambiente gradito alla vista e all’olfatto. Sulle rupi più aspre crescono la viola calcarata (Viola calcarata), il fiordaliso della Busambra, l’elicriso pendulo (Helichrysum pendulum), il cavolo villoso (Brassica villosa), e una rara orchidea, l’ofride a mezzaluna. La riserva ospita in tutto più di 45 endemismi vegetali.

La fauna

Le notti nella Riserva sono popolate da gatti selvatici e martore, osservabili solo dai visitatori più fortunati, in quanto entrambe le specie sono poco inclini a mostrarsi alla luce del sole.

Lungo i sentieri non è difficile rinvenire gli aculei perduti dalle istrici. Sulle cime più alte aleggiano l’aquila reale e l’aquila del Bonelli, che condividono il cielo della Riserva con il falco pellegrino e la poiana.

Le fitte fronde dei boschi sono abitate da usignoli, cinciarelle, rampichini e civette, mentre più in basso strisciano la vipera, il biacco e il colubro di Esculapio (Elaphe longissima), insieme a piccole lucertole comuni e ramarri. Fra gli insetti, una cavalletta autoctona di ragguardevole mole, il panfago marmorizzato (Pamphagus marmoratus).


per la mappa della riserva e ulteriori informazioni cliccate qui



©️ visitpiana.com

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