Può la poesia indicare nuove vie? È affermativa la risposta di Stefano Schirò, poiché essa ha un ruolo taumaturgico, illuminante, funge da carezza potente, disserra le porte del bello, in tutte le sue forme: sia esso un volto nascosto dietro un burka, un'opera d'arte, una mano, un verso dei Salmi o del Corano.
A volte le composizioni si pongono l'obiettivo di disorientare, di creare pezzi surreali, dove emozionarsi, forse annullarsi. L'insieme di questi versi formano una specie di "famiglia", una "cintura", da qui il titolo della raccolta "Brezi"; queste poesie vogliono ricomporre un mondo nuovo, fatto anche di viaggi peregrini (c'è l'Afghanistan, c'è l'isola di Serifos, c'è il Kosovo) dove l'arte -di ogni tipo- signoreggia con disinvoltura e -si spera- si posa con ali leggere sulle menti dei lettori.
Vi aspettiamo
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