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  Santuario di Maria SS. Odigitria  (1607)  

Il santuario di Maria SS. Odigitria sorse grazie all’impegno di una sposa fedele: Paolina Petta, moglie del defunto “chierico” Lorenzo Petta. La commissione venne data a Pietro Novelli; la si eresse a partire dal 1646. La chiesa risulta scandita da tre navate, la impreziosiscono quattro altari tardobarocchi in marmi policromi: uno è dedicato alle anime del Purgatorio, in perfetta armonia con i dettami della Controriforma. Dall’abside centrale profondissima, un “antro” di un dorato convalescente, proietta le sue ombre di luce ultraterrena la proprietaria: la Madonna Odigitria, statua in legno stuccato e dorato, sorretta da due monaci, opera di un eccellente autore ignoto di ambito siciliano della fine del XVII secolo. Avvolta nel suo manto serico ceruleo e ricamato con motivi floreali in oro zecchino, rifulge al pari dei mosaici della Martorana di Palermo. Nella medesima statua vi è incassata una stilizzata immagine votiva, effigiante la stessa Odigitria trasportata da due “calogeri” su pergamena ed entro una cornice in tartaruga; il FAI locale, appellandosi alla specifica Soprintendenza, ne ha avviato il restauro. 

Al culto della Madonna Odigitria è consacrata anche la chiesa rurale della Odigitria che si trova ai piedi del monte Pizzuta ove la tradizione vuole che avvenne un prodigio che convinse i coloni ad insediardi in quei luoghi ed a fondare il nuovo centro.

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Santuario Odigitria Piana degli Albanesi

  Focus su Pietro Petta  

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