È la più antica fra le chiese del centro storico urbano. Edificata nel 1495, sulle rive del fiume Gjoni, la chiesa è stata ristrutturata ed ampliata una prima volta intorno al 1564 e successivamente, per motivi di carattere urbanistico, nel 1619 quando l’abside – prima collocata in direzione est, come prevedeva la tradizione architettonica sacra bizantina, – fu rivolta ad ovest.
Vi si accede mediante una scalinata, che prima della costruzione dell’Oratorio dei Padri Filippini (1716), congiungeva direttamente il sagrato con l’adiacente Piazza Grande (P.zza Vittorio Emanuele). L’edificio è ad una navata con le volte a botte, nelle quali si può ammirare un affresco (Cristodoro, 1759) raffigurante San Giorgio in gloria. La navata è chiusa dall’abside sul cui catino è raffigurato il Cristo Pantocrator. Ai lati della porta principale, due grandi tele raffigurano la Crocifissione, opera anonima di stile neoclassico, e il San Filippo Neri in preghiera (Patania). Due epigrafi del 1669, collocate sotto i due dipinti, testimoniano della generosità della famiglie Schirò e Guidera, che ne erano probabilmente i committenti. Sulla parete destra un mosaico (Cuccia G., 1983) raffigura San Giovanni il Precursore. Sopra la porta della medesima parete, si trova un dipinto raffigurante San Giorgio in prigione (Novelli G. P., sec. XVII). All’inizio della parete sinistra è stata ricavata la nicchia contenente il simulacro di S. Giorgio (Bagnasco G.) nell’atto di trafiggere il drago in difesa di S. Margherita il cui simulacro è proposto nel costume tradizionale femminile con la cintura (brezi) e il copricapo (keza). Segue l’affresco raffigurante S. Antonio Abate, attribuito ai Novelli, padre e figlio. Recentemente la chiesa è stata impreziosita con icone di autori contemporanei (Armacolas S., Cacese A., Barone P., Sirchia P. M.).
I festeggiamenti in onore del Santo patrono sono organizzati dal Comitato di San Giorgio Megalomartire cui va il nostro riconoscimento.
Salvatore Vasotti
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